Questa sera, in 40 città italiane, almeno un'edicola rimarrà aperta almeno fino alle 23. Un'anteprima della notte bianca che il Sinagi, il sindacato nazionale dei giornalai affiliato con la Cgil, sta preparando per la prossima primavera. Un'occasione per discutere dei problemi del settore con cittadini e addetti ai lavori e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza che rivestono i chioschi dei giornali nel nostro Paese in ambito sociale, culturale e democratico. Purtroppo negli ultimi 15 anni in Italia ha chiuso i battenti la metà dei 42 mila esercizi presenti, e oggi solo 26mila soppravvivono con enormi difficoltà. Un'immagine fedele della crisi dell’editoria, che sta costringendo migliaia di addetti a lasciare abbassate le saracinesche o, nel migliore dei casi, a diversificare la propria attività vendendo souvenir, materiale da cartoleria o biglietti dell'autobus. Tutto questo mentre i dati sulle vendite dei giornali relativi alla fine del 2019 sono impietosi. Rispetto al 2013 tutti i quotidiani hanno riportato crolli percentuali in doppia cifra, riduzioni che in certi casi superano anche il 50%. Per il segretario generale del SiNaGi, Giuseppe Marchica, oggi per un quotidiano che costa 1,50 euro, agli edicolanti rimangono appena 15 centesimi. Per fermare l’emorragia e impedire che le edicole spariscano, è necessaria un’alleanza tra edicolanti, editori e istituzioni. Il sindacato chiede che una parte dei fondi per l’editoria siano devoluti all'ultimo anello della catena. (a cura di Davide Colella)
La notte delle edicole
In oltre 40 città italiane, almeno un chiosco resterà aperto fino alle 23. Obiettivo: denunciare le difficoltà di un settore che negli ultimi 15 anni ha visto dimezzati i presidi territoriali. Con Giuseppe Marchica, segretario generale del SiNaGi
29 gennaio 2020 • 14:46