La Cgil “o è collettiva o non è”. Nella confederazione “abbiamo bisogno dell'intelligenza di tutti”. Questa è “un’organizzazione in cui, con trasparenza, si è sempre potuto discutere e dire quello che si pensa, quindi non raccontiamoci che non c’è democrazia, perché sennò raccontiamo una Cgil che non è quella che viviamo e che facciamo tutti i giorni”. Lo ha detto Maurizio Landini, concludendo il suo intervento al congresso della Camera del lavoro di Milano. Il segretario confederale della Cgil ha quindi reso ufficiale la sua disponibilità a guidare il sindacato, dopo che la sua candidatura era stata avanzata dal segretario uscente della Cgil, Susanna Camusso. “Ho accettato e mi sono messo a disposizione di questa proposta - ha detto Landini - ben sapendo naturalmente che si deve affrontare la questione, e proprio perché è una proposta che mette assieme tante cose e che dà un'idea di come deve essere il gruppo dirigente. Io credo che il Comitato direttivo possa fare questa discussione - ha aggiunto l’ex leader della Fiom -. E’ nostro compito rafforzare l'unità di questa organizzazione. Abbiamo tutte le condizioni per farlo. Dipende dalla nostra responsabilità e dalla nostra intelligenza”. "L'unità c'è, non dobbiamo costruirla - ha detto Landini -. Mi sembrerebbe curioso parlare di divisione della Cgil quando abbiamo un documento sul quale c'è la condivisione del 98% degli iscritti”. Quanto alla fase di “ascolto”, Landini ha ricordato che “le proposte indicate nell'ultima segreteria non nascono come un'azione improvvisa, ma sono frutto di una discussione fatta approfonditamente. Tutti sapevano tutto e tutto il percorso è stato deciso insieme. E quella avanzata non è semplicemente una proposta nominativa su chi farà il segretario, ma è una proposta complessiva che dice anche quali criteri deve avere la squadra”. "In vita mia non mi sono mai candidato a nulla, perché sono della scuola che tutti siamo al servizio dell'organizzazione", ha aggiunto Landini, citando poi un passaggio “che ho sentito da Susanna Camusso all'Assemblea delle donne a cui ho partecipato a Roma (lo scorso 6 ottobre, ndr). Lei ha iniziato il suo intervento conclusivo in un modo che mi ha colpito molto - spiega Landini -, perché dà un'idea anche della diversità che c'è tra gli uomini e le donne. Ha iniziato il suo intervento dicendo a tutta l'organizzazione che se c'è una cosa importante è imparare a volersi bene. Questo è un insegnamento che mi ha fatto riflettere parecchio. Vuol dire che non ci sono cose personali che vengono prima dell'interesse generale, in questa organizzazione”. “Volersi bene - prosegue Landini - vuol dire anche non aver paura di dirsi la verità sempre, anche quando si hanno idee diverse. Assumersi la responsabilità di dirle in trasparenza, perché questa è la nostra forza. Dobbiamo dare questo messaggio alle persone che rappresentiamo. Proprio perché siamo persone intelligenti, e proprio perché ci vogliamo bene, credo che saremo in grado di fare un grande congresso e di dare un messaggio a tutto il Paese”, ha concluso tra gli applausi della sala Di Vittorio.
Il lavoro è
Conclusioni di Maurizio Landini, segretario nazionale Cgil, al IX Congresso Camera del lavoro Metropolitana di Milano. Gli interventi di Antonio Pizzinato e di Maura Gancitano, filosofa
31 ottobre 2018 • 16:11