da Rassegna.it Le domande di lavoratrici e lavoratori su questioni e temi cruciali per il futuro del Paese. Un incontro scandito più volte dagli applausi della platea e che conferma il confronto in corso tra il governo e i sindacati Un dialogo in forma inedita. Lavoratrici e lavoratori hanno sollecitato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, e Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, ponendo questioni e temi cruciali per il futuro del Paese. Un incontro scandito più volte dagli applausi della platea e che conferma il confronto in corso tra il governo e i sindacati. Lo scenario è stato quello del Teatro Apollo di Lecce, dove si sta svolgendo la VI edizione delle Giornate del lavoro della Cgil. I temi trattati sono stati tanti: fisco, crisi industriali, pensioni, welfare, cambiamento climatico, diritti, la precarietà. Prima di entrare nel vivo della discussione, Landini e Conte, hanno ribadito l’importanza del dialogo e del confronto se si vuol davvero fare qualcosa per il Paese. “La nostra organizzazione – ha detto Landini – rappresenta 5 milioni 300 mila iscritti ed è fondata su partecipazione e democrazia. Anche per questo è importante ascoltarci”. D’accordo il presidente del Consiglio: “Come può un decisore politico fare scelte rilevanti senza un confronto? Per me sarebbe impossibile”. Anche se non sempre si possono condividere le stesse opinioni e riflessioni, “solo nella pluralità ci si orienta nelle scelte. Essere chiusi nelle stanze di un palazzo e decidere là da soli è una iattura”. Mezzogiorno e disuguaglianze, ripartiamo da qua “Troppe disuguaglianze si riverberano sul piano economico, generazionale, della parità di genere e dei territori”, ha sottolineato Conte ricordando le incredibili differenze tra Nord e Sud. Si deve allora ripartire dall’articolo 3 della Costituzione, un articolo “bellissimo” perché impone allo Stato di rimuovere gli ostacoli che impediscono la dignità sociale. Il premier conferma dunque la necessità di un piano straordinario per il Sud che non sia però basato su incentivi di pochi anni. E alla platea racconta che di questo ha parlato nel suo primo incontro con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: “Le ho chiesto un aiuto a fare un piano per il Sud, so che a livello europeo non sarà facile, ma ci deve aiutare”. E per agire in concreto si può cominciare coinvolgendo tutti i soggetti dei territori per “fare sistema”. Un’idea condivisa da Landini, che ha chiesto un coordinamento a livello territoriale e con il governo, e insistito sulla necessità di spendere bene i fondi europei. Quanto alla Banca per il Mezzogiorno, “chiamiamola banca, agenzia, come vogliamo, ma serve un un luogo per capire come usare gli strumenti finanziari. Bisogna fare assunzioni, indicare un nuovo senso di marcia. Non possiamo cambiare tutto domattina – ha sottolineato – ma dobbiamo iniziare a farlo subito”. Poi c’è l’autonomia differenziata: “Ci sono piaciute le parole del ministro Boccia che dice di volersi confrontare con la Costituzione in mano”. Crisi industriali e diritti dei lavoratori: questione di sistema Conte ha riconosciuto che “le crisi industriali in Italia rappresentano una questione molto seria. Si tratta di un problema di sistema e che come tale va affrontato. In alcune aree del Paese un arretramento industriale significa non recuperare più i posti di lavoro persi”. Quindi bene misure temporanee, ammortizzatori sociali, ma non basta. Conte ha anche ammesso che sta al governo “trovare gli strumenti giusti per fronteggiare la crisi. Aldilà dei singoli interventi di emergenza, occorre fare un vero e proprio patto produttivo, rassicurare le aziende che noi abbiamo un piano industriale per Italia. Nella prossima legge di bilancio ci stiamo già muovendo in questa direzione”. Il premier ha ricordato che il governo si è posto l’obiettivo di un Green New Deal: “Stiamo studiando misure per orientare con progressività il sistema produttivo verso una transizione ecologica e un’economia circolare. Non si tratta di dirigismo, siamo in un’economia di mercato, ma il governo dispone di meccanismi incentivanti e disincentivanti. È lo stesso sistema produttivo a chiederci un indirizzo verso cui muoversi”. Se bisogna orientare la produzione in una direzione innovativa, è anche vero che non si può abbandonare chi è rimasto indietro. Il primo ministro ha dunque difeso un provvedimento che pure “ha suscitato molte perplessità”, il reddito di cittadinanza: “dobbiamo continuare a lavorare perché sul piano attuativo la forza di quello strumento, e cioè l’obiettivo di recuperare al circuito lavorativo persone che ne sono emarginate. Se non riusciamo a fare questo, allora la misura è solo assistenziale”. Landini si è soffermato sul tema dei diritti dei lavoratori, a cominciare da uno dei vulnus più grandi: “Non è più tollerabile che le persone, pur facendo lo stesso lavoro, spesso non abbiano gli stessi diritti e le stesse tutele. Questo è un problema, perché genera competizione tra lavoratori e penalizza gli industriali seri con la competizione al massimo ribasso”. Allo stesso modo “bisogna cancellare i contratti pirata: quelli nazionali devono avere valore erga omnes e per questo serve un provvedimento legislativo. Non è solo una questione di paga oraria, ma di tutti quei diritti e tutele che sono garantiti dai contratti”. E, naturalmente, sul banco degli imputati c’è il sistema degli appalti: “Il massimo ribasso ha permesso a pezzi di malavita organizzata di entrare nell’economia reale, generando anche una riduzione dei diritti dei lavoratori”. Da questo punto di vista, ha detto il segretario della Cgil rivolgendosi direttamente a Conte, “senza voler polemizzare” è evidente che “lo sblocca cantieri ha bisogno di miglioramenti, favorendo il lavoro di qualità”. Fisco: serve una riforma complessiva. Sì al carcere per gli evasori “Il nostro fisco necessita di una riforma profonda, perché oggi è iniquo e inefficiente – ha detto il presidente Conte –. La prospettiva è chiara: serve una disciplina organica che consenta un'alleanza tra il contribuente onesto e l'amministrazione, affinché il fisco non sia visto come qualcosa da cui difendersi”. Conte ha quindi parlato di una riforma complessiva: non solo risistemare le aliquote, ma anche intervenire sui tempi della giustizia e del contenzioso. “La risposta deve essere rapida e chi sbaglia deve pagare pesantemente – ha sottolineato il premier – anche con pene detentive per i casi di conclamata evasione”. Al contempo però, ha aggiunto, occorre alleggerire, con meccanismi di progressività, la pressione fiscale: “Stiamo per questo lavorando sul cuneo fiscale, per liberare risorse. Faremo un passaggio significativo subito, ma poi serve un arco di tempo più ampio per una risistemazione complessiva”. Infine, un passaggio sui condoni: “Sicuramente quelle sono misure una tantum, non possono diventare parte integrante della disciplina fiscale”. “Sentire queste cose non può che farci piacere – ha commentato Maurizio Landini – anche perché quelli che noi rappresentiamo, lavoratori e pensionati, le tasse le pagano di certo e per questo vanno trattati bene, perché sono i loro soldi a finanziare scuole, ospedali e investimenti”. Landini ha anche apprezzato i riferimenti alla progressività: “Ci piace che si torni a parlare di questo, chi ha di più deve contribuire di più allo sviluppo”. Per quanto riguarda i tempi, Landini ha detto di comprendere che “non si può fare tutto domattina. Tuttavia – ha aggiunto – mi permetto di ricordarle che avete usato le parole 'svolta' e 'cambiamento' per definire questa esperienza di governo e la nostra gente il cambiamento lo percepisce quando vede aumentare il netto in busta paga o nella pensione”. Pronta la replica del premier: “Sì, sì, ci lavoriamo da subito”.
Il cambiamento è...
Dialogo con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini
22 settembre 2019 • 13:58