Bentrovati all’ascolto del notiziario di RadioArticolo1. In studio Davide Colella Stop Orban. A Budapest, in Ungheria, cresce la protesta contro la riforma del lavoro. Il servizio di Martina Toti. Un'onda crescente di contestazione. Una protesta senza precedenti quella che si sta consumando nei confronti di Viktor Orbán, il primo ministro ungherese da un decennio al potere. Ieri migliaia di persone sono tornate a manifestare nella Capitale magiara, rispondendo all'appello dell'opposizione e dei sindacati che chiedono una retromarcia su quella che hanno definito una "legge schiavista" e più in generale contro alcuni aspetti della sua politica che fanno ulteriormente temere per la tenuta democratica del Paese centro-europeo. La norma incriminata è stata adottata mercoledì scorso e porta a 400 l'anno le ore di straordinario che un datore di lavoro può imporre ai propri dipendenti, mentre i pagamenti saranno spalmabili su tre anni. Altra rivendicazione portata in piazza ieri è stata la richiesta di indipendenza e di obiettività dei media pubblici, sempre più apertamente schierati su linee pro-governative. Lavoro offeso. A Taranto un'operatrice del call center Planet Group è stata colpita da grossi calcinacci che si sono staccati dal soffitto mentre lavorava nella sua postazione. L’episodio risale al 22 novembre scorso e ora è stato reso noto dalla Slc Cgil. L'azienda avrebbe fatto intendere all’operatrice che se avesse denunciato l’incidente non le sarebbe stato rinnovato il contratto. Nei giorni scorsi, nella stessa ditta, il caso di un’altra lavoratrice che si è vista negare l’assegno di maternità dall’Inps per il mancato versamento dei contributi da parte della società. Rabbia e disperazione. In Calabria gli ex lavoratori socialmente utili sono tornati a protestare bloccando le uscite dell’autostrada A2 di Cosenza Nord e Villa San Giovanni. Il futuro di 4.500 addetti, da decenni impiegati per istituzioni ed enti locali con contratti precari, si gioca sui tavoli di Roma e Catanzaro e sono strettamente legati all’approvazione della manovra per il 2019. Chiedono lavoro stabile ma gli emendamenti finalizzati alla loro assunzione sono stati bocciati. Un morto ogni tanto. Verrà presentato oggi a Roma, presso la sede della Federazione nazionale della Stampa, il primo libro di Paolo Borrometi, giornalista minacciato di morte da Cosa Nostra e presidente di Articolo 21. Le inchieste raccontate nel volume edito da Solferino compongono il quadro chiaro e allarmante di una mafia ritenuta in declino ma in realtà più pervasiva di sempre. i nostri microfoni l’autore. (sonoro) Qua la mano. Una tantum di 900 euro e aumento medio di 24 euro per gli addetti di marchi della grande distribuzione come Despar, Famila, Auchan ma anche per i dipendenti di Ikea, Brico, Coin e Ovs. Si chiude così, dopo oltre tre anni, il primo contratto nazionale di lavoro di Federdistribuzione. L'ultima parola sull'intesa spetterà come di consueto ai lavoratori, mediante referendum. E’ tutto. Per riascoltarci e saperne di più RadioArticolo1.it
Giornale Radio del Lavoro Edizione delle 13:00
A cura di Davide Colella
17 dicembre 2018 • 12:58