La stazione Tiburtina, con oltre 500 treni al giorno, 140 000 transiti giornalieri e 50 milioni di passeggeri annui, è il secondo scalo romano e il sesto a livello nazionale. La sua attivazione risale al 1866: inizialmente questa era la stazione di Portonaccio, dal nome del quartiere una volta più vicino. Oggi al suo interno sono impiegati centinaia di lavoratori legati strettamente all’esercizio della principale attività di trasporto nel nostro Paese - come macchinisti, capitreno, bigliettai e controllori, manovratori e addetti alla circolazione, alle segnalazioni e alle manutenzioni - insieme a loro numerose altre figure che permettono che l'area della stazione possa essere operativa 24/7. Si tratta di addetti alle pulizie di treni e annessi ferroviari, commesse, camerieri e baristi, addetti alla vigilanza, una miriade di figure che comprende anche gli autisti del trasporto pubblico locale e di lunga percorrenza operativi all'interno di questo nodo. In questa realtà si registra una proliferazione di attività cedute in appalto con il consueto peggioramento del quadro dei salari, delle tutele e dei diritti. Grazie al contributo di alcuni addetti impiegati all'interno della stazione e della Camera del lavoro di Roma Est, abbiamo provato a raccontare come funziona lo scalo ferroviario, quali sono le condizioni professionali e le aspettative dei lavoratori.
FS Tiburtina: una stazione mille lavori
Voci e testimonianze dallo scalo ferroviario. Con S. Rinaldi, Filt Cgil; B. Di Tomassi, Filcams Cgil; C. Cesari, Fiom Cgil; L. Donati, Rfi; F. D'Alessio, Rapida Service; G. Zoppi, Manutencoop; A. Rocchi, Italpol. A cura di Davide Colella
5 luglio 2018 • 12:44