da Rassegna sindacale “Non si può non commuoversi e preoccuparsi di fronte a uno scenario come quello che abbiamo di fronte, con fiumi di latte gettato via per le strade che vengono imbiancate. Sono immagini veramente forti, sia nel loro significato concreto che in quello simbolico”. Lo afferma il segretario generale della Cgil sarda Michele Carrus parlando ai microfoni di RadioArticolo1 della protesta degli allevatori in corso nell’isola. “Viviamo in una condizione in cui esiste un mercato veramente malato – aggiunge il dirigente sindacale – se è capace di pagare più una bottiglia di acqua minerale che non un litro di latte”. Per l’esponente della Cgil sono “problemi gravi che ci mettono di fronte a un contesto emergenziale, a un dramma toccante. Ma anche a una sfida, che è quella di poter accompagnare gli interventi straordinari chiesti da più parti per risolvere questa emergenza. Serve una seria riforma del settore agropastorale in Sardegna che noi, come Cgil, Invochiamo da anni. È ormai indispensabile, lo dimostrano questi rovesci di mercato”. C’è dunque bisogno di una “iniziativa forte delle istituzioni per dare luogo all'avvio di un confronto ampio per trovare un nuovo equilibrio in un settore per noi così caratterizzante è così importante”. Inoltre, avverte Carrus, in questa fase così particolare “c’è il rischio di strumentalizzare questa legittima e sacrosanta protesta, perché siamo in un contesto di campagna elettorale entrata nel vivo per il governo della nostra regione che fa confondere le ragioni vere da quelle ragioni fasulle”.
Energia e sviluppo: la frontiera sarda
I pastori sono in strada e versano il latte pur di non svenderlo. L'energia è poca e costa più che in continente. Le miniere sono chiuse e le fabbriche pure. Le infrastrutture quasi non ci sono. Ma la Sardegna vuole futuro. Con Michele Carrus, Cgil
12 febbraio 2019 • 11:30