da Rassegna.it Il titolare degli Affari regionali a Lecce: "Necessario finanziare pesantemente l'istruzione". Barca: "C'è un clima nuovo a Bruxelles e in Italia, un'occasione da cogliere". Colla: "L'Europa vogliamo cambiarla, ma per tenercela" Aprire le scuole h24, come gli ospedali. Trasformale in luoghi di socialità e integrazione. Dare ai bambini gli strumenti necessari a sviluppare quelle capacità e quella velocità che le generazioni precedenti non hanno. Quindi, “finanziare pesantemente la scuola”. Ha usato proprio queste parole il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia intervenendo alla tavola rotonda “Democrazia e sviluppo del territorio” inserita all'interno del ricco programma delle Giornate del Lavoro 2019 della Cgil a Lecce. “Solo uno Stato forte può reggere le sfide poste dalla rivoluzione digitale”, ha aggiunto Boccia, “la più radicale rivoluzione della storia del capitalismo”, ma nel Paese “si respira un clima nuovo e io spero che ci sia l'opportunità di aprire questa discussione”. Di clima diverso in Italia e in Europa ha parlato anche Fabrizio Barca, economista ed ex ministro per la coesione territoriale, “inventore” della strategia area interne, che oggi sembra tornata al centro delle attenzioni del nuovo esecutivo. “L'Europa, secondo me, ha capito la lezione – ha detto Barca – vedo segnali, anche da un punto di vista umano, di discontinuità. E poi ci sono novità ad esempio nel linguaggio, parole come fairness, giustizia, sono entrate nel vocabolario di Bruxelles, così come è stato finalmente sdoganato il concetto di 'politiche rivolte ai luoghi'”. Per anni, ha spiegato Barca, l'egemonia neoliberale ha imposto riforme e disegni politici “ciechi ai luoghi”, calati dall'alto e preconfezionati, praticamente “degli abiti uguali per tutti, indipendentemente da chi li dovesse indossare”. “Ma – ha continuato l'economista - una scuola in un'area rurale non può essere uguale a una scuola di una periferia urbana, così come non può essere uguale la sanità”. Ecco, oggi, secondo Barca, l'Europa ha capito questa lezione e ha deciso di destinare il 5% di tutte le risorse della prossima programmazione delle politiche di coesione europea alle aree interne. Insomma, a Bruxelles è in atto un cambiamento. E questo rappresenta un'occasione per l'Italia. “Oggi c'è forse una congiuntura nazionale ed internazionale senza precedenti – ha confermato il ministro Boccia - C'è un'Europa ammaccata, come da voi più volte denunciato, che ha tanto bisogno di un'Italia diversa. La svolta ambientalista è la sfida che dobbiamo lanciare ai sovranisti e ai nazionalisti, è il primo punto di distinzione. E già la prossima settimana, nel provvedimento che il ministro Costa sta preparando, si vedrà la strada che vogliamo intraprendere”, ha concluso Boccia. “Dobbiamo dirlo alla nostra gente – ha rmarcato Vincenzo Colla, vicesegretario generale della Cgil nazionale - padroni a casa nostra è una follia in un mondo così complesso. Pensare oggi di tornare alle nazioni, con lo stritolamento in atto da parte di America e Cina, con i dazi che escono dai libri scuola e arrivano sui territori, è un non senso. E allora – ha concluso il vicesegretario Cgil – noi l'Europa dobbiamo certamente cambiarla, perché non può più essere l'Europa del dumping dove crescono le disuguaglianze. Ma intendiamo cambiarla per tenercela stretta”.
Democrazia e sviluppo del territorio
Intervengono Fabrizio Barca, economista e politico; Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali e delle autonomie; Patrizia Luongo, Forum disuguaglianze diversità; Vincenzo Colla, vice segretario generale Cgil
21 settembre 2019 • 21:00