Negli anni Settanta in Italia c’erano 98 ospedali psichiatrici che ospitavano circa 89mila internati. Il 13 maggio 1978 la legge 180, nota come legge Basaglia, ha decretato la chiusura dei manicomi e ha stabilito che le persone con disturbi mentali hanno uguale diritto di cittadinanza. Perché, scriveva il noto psichiatra, “la follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione”. “L’approvazione della Legge 180 è stata la vittoria di una battaglia culturale”, sottolinea ai nostri microfoni don Virginio Colmegna. Secondo il presidente della Casa della Carità “al centro della cura venivano messi i diritti e la dignità della persona, e non più la malattia”. La legge Basaglia è stata la prima al mondo ad abolire gli ospedali psichiatrici, ma per chiudere definitivamente queste strutture in Italia ci sono voluti altri vent’anni. E oggi resta ancora molto da fare, racconta i nostri microfoni Stefano Cecconi della Campagna Stop Opg: “Il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari non è ancora del tutto esaurito e permane un sistema di assistenza per il quale i finanziamenti sono ancora troppo insufficienti”. Anche lo sport, come speso capita, può unire disagio mentale e la cosiddetta “normalità”. Su questo si basa il principio della manifestazione Matti per il calcio, promossa dalla Uisp e che nello scorso weekend ha fatto tappa a Milano. “Estendere il diritto allo sport a tutti i cittadini, nella consapevolezza che lo sport per tutti è un bene che interessa la salute, la qualità della vita, l'educazione e la socialità”, spiega a Radio Articolo 1 Stefano Pucci, presidente Uisp Lombardia. Insomma, Basaglia ha tracciato una strada, ora però bisogna percorrerla fino in fondo. (Stefano Milani)
Basaglia, una legge rivoluzionaria
A quarant'anni dalla chiusura dei manicomi, una norma da preservare. Con Stefano Cecconi, Stop Opg; don Virginio Colmegna, Casa della Carità; Stefano Pucci, Uisp. A cura di Stefano Milani
14 maggio 2018 • 11:58