Dopo un’Odissea lunga quasi nove giorni di navigazione in alto mare e 1.300 chilometri percorsi in condizioni non sempre favorevoli, la nave Aquarius è arrivata domenica mattina al porto di Valencia. “Benvenuti a casa vostra”: ad accoglierli uno striscione in cinque lingue e un lungo applauso. Il governo spagnolo concederà un permesso temporaneo, poi valuterà le richieste d'asilo. PORTO SICURO. “Un’emozione unica nel vedere avvicinarsi la nave al porto e sentire i canti di gioia arrivare dal suo interno”, racconta ai microfoni di RadioArticolo1 Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale. “Ora però - ha aggiunto - inizia per loro un secondo viaggio. Chi rimarrà in Spagna, chi andrà in Francia dopo la disponibilità di Macron. E chi invece rischia il rimpatrio visto gli accordi tra la Spagna e la Tunisia e il Marocco”. L’ISOLA CHE C’E’. Da Valencia a Catania, il passo è breve. In Sicilia, insieme al responsabile dell’Isola dell’alto commissariato per i rifugiati delle nazioni unite, Marco Rotunno ha sottolineato ai nostri microfoni come “continui l’emergenza dei minori stranieri non accompagnati, in Sicilia ne restano oltre il 50% di coloro che sbarcano”. E un appello alla comunità internazionale: "Fermiamo le torture in Libia, sempre più disumane". Stefano Milani
Aquarius, la pacchia è finita
La nave attracca a Valencia, ma nel Mediterraneo i flussi non si arrestano. Annalisa Camilli (Internazionale): "Adesso comincia una seconda Odissea". Marco Rotunno (Unhcr): "In Libia torture sempre più disumane". A cura di Stefano Milani
18 giugno 2018 • 12:01