Prosegue la privatizzazione dell’acqua pubblica in Italia. Nonostante la volontà popolare espressa nel referendum del 2011, in questi anni enti e società hanno continuato pezzo pezzo a passare in mano ai privati, ignorando così il nodo dell’equilibrio tra la sostenibilità economica e la natura di bene essenziale insita nell’acqua, in un tortuoso percorso di regole e di sentenze della Corte Costituzionale. Un debole segnale di stop all’ingresso dei privati nella gestione dell’acqua è arrivato dalla legge Stabilità 2020. Al centro della norma approvata a fine dicembre, l’Eipli, l’ente che gestisce alcune grandi opere idrauliche tra Puglia, Campania, Basilicata. Ma intanto a Terni il Comune apre le porte ai privati.
Acqua pubblica, un passo avanti e due indietro
Lo stop all’ingresso dei privati nella gestione dell’acqua del Sud nella Legge di Stabilità. Intervengono Paolo Carsetti, Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua; Fabio Neri, Comitato No inceneritori Terni. A cura di Patrizia Pallara
7 gennaio 2020 • 08:56